“Un luogo del cuore”. Così i Casertani amano definire Decimo Scalo, la pizzeria di Vittorio Vespignani, situata nel pieno centro della città. Sarà per quell’ambiente tra il “retrò” e il “raccolto”, sarà per un’anima fortemente campana e orgogliosamente casertana, ma è difficile non sentirsi immediatamente abbracciati da questa pizzeria dalle dimensioni volutamente contenute, specie se paragonata alla media delle insegne della città (e non solo).

Complice quel sorriso spontaneo di Maria Domenica Paone (compagna di vita e d’avventura), quella calda e naturale ospitalità che nulla ha di forzato, ma viene quasi naturale sentirsi a casa e ben predisporsi all’assaggio.

Il menu offre uno spaccato degli anni di ricerca e di gavetta di Vittorio, spaziando tra tradizione pura, grandi classici, ispirazioni e creazioni frutto di una innata capacità di rendere “centrati” gli abbinamenti proposti. I pochi coperti consentono la selezione di piccoli artigiani, del territorio e nazionali, scelti accuratamente in virtù di una filosofia di rispetto della stagionalità e, laddove possibile, dei metodi di un tempo. Quello della natura, quello delle nonne che si apprestavano ai fornelli sin dalle prime ore del mattino. Ed infatti, compongono la carta del Decimo Scalo ricette d’infanzia, che si accompagnano armonicamente e piacevolmente a must della cultura enogastronomica regionale e ad intramontabili come fritti, margherita (5 €) e marinara (4 €).

L’impasto esprime consapevolezza della lievitazione, parla di un Vittorio cresciuto a suon di farine e fuochi, di un ragazzo affascinato dal calore del forno e capace di superare gli ostacoli del quotidiano; parla altresì di dedizione e sentimento, di vita e sacrifici. Quella vita “da pizzaiolo” fatta di innumerevoli incognite tra cui la passione continua ad avere la meglio rispetto alla razionalità.

L’assaggio della parmigiana stracciata (8 €) conferma l’impressione di un patron in continuo fermento, instancabile e forse maniacale nel porsi in continua discussione, realizzando una pizza devota alle proprie origini, ma rivisitata in funzione della propria esperienza: trama ben percepibile al morso, morbido e soffice, capace di sciogliersi sin dalla prima masticazione, fondendosi con il topping in un boccone “goliardico”, senza mezzi termini. Si mastica, dunque, la fatica e la qualità degli ingredienti che arricchiscono una base dalla corretta esecuzione, componendo pizze talvolta più semplici talaltra più intriganti.

Completa l’esperienza una stringata ma ragionata carta del bere, articolata tra vini del territorio, birre alla spina e in bottiglia.

Un bell’indirizzo da segnalare per gustare nel cuore di Caserta il lievitato per eccellenza in un ambiente raccolto.

Fonte scattidigusto.it